Mindful parenting
“La relazione con il mondo che vi circonda è lo specchio della relazione con il vostro bambino interiore.” (Susan Bögels)
Chi non ha mai pensato di voler essere un genitore perfetto, sempre calmo e attento, capace di tirar fuori dal “cappello” la risposta giusta al momento giusto, di risolvere in modo efficace ogni problema che i nostri figli vivono, essere insomma più simile ad un Supereroe?
Se stiamo cercando tutto questo, probabilmente questa non è la pagina che fa per noi.
Se invece desideriamo essere più realisti e più in contatto con le nostre emozioni, con i pensieri ad essi correlati, saper essere più capace di comprendere le emozioni e i pensieri dei nostri figli, rispondendo ad essi in modo efficace, allora il programma di Mindful Parenting può darci una mano.
Nato dall’integrazione del protocollo MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction) e il protocollo MBCT (Mindfulness-Based Cognitive Therapy), il Programma di Mindful Parenting si propone di rispondere in modo efficace a questa sfida: essere un genitore consapevole, resiliente e capace di avere comprensione e compassione prima di tutto verso noi stessi e solo grazie a questo poter essere comprensivi e compassionevoli verso i nostri figli.
Come ogni relazione, quella che intessiamo con i nostri figli, richiede impegno, costanza e cura. Possiamo fare ciò reagendo impulsivamente, secondo gli schemi che abbiamo acquisito nel tempo, oppure acquisendo la consapevolezza di quello che avviene momento per momento e orientando i nostri atti di cura verso di loro.
Il Mindful Parenting consente di intervenire sulla promozione del benessere delle nostre relazioni con i nostri figli, aiutandoci a gestire i momenti di stress, oltre che aiutarci a gestire situazioni problematiche anche con figli che mostrano difficoltà fisiche, psichiche o di apprendimento.
“Il Mindful Parenting è un processo continuo e creativo, non un punto di arrivo. Implica portare l’attenzione consapevole e non giudicante sul qui e ora. Significa imparare a vedere il mondo attraverso gli occhi dei bambini, offrire loro un ascolto profondo, riconoscerli e accettarli per quello che sono, non per ciò che vorremmo che fossero.” (Jon e Myla Kabat-Zinn)